Tra poco più di 24 ore potremmo conoscere il nome dei campioni NBA 2019-2020. Nel caso in cui i Los Angeles Lakers dovessero vincere gara-5 contro i Miami Heat, in programma nella notte tra domani e sabato, chiuderebbero la serie sul 4-1 e conquisterebbero il loro diciassettesimo anello, il primo dal 2010.
Per il leader gialloviola LeBron James, inoltre, si tratterebbe del quarto titolo alla sua decima apparizione alle Finals in carriera. The King ha perso le ultime due finali disputate, arrendendosi ai Golden State Warriors sia nel 2017 che nel 2018, mentre al 2016 risale l’ultimo anello vinto, anche in questo caso contro i Dubs. Questi ultimi, protagonisti di una stagione sensazionale, tutt’oggi la migliore all time per una squadra in regular season.
Gli uomini di Steve Kerr, infatti, chiusero la stagione regolare con un record di ben 73 vittorie e appena 9 sconfitte, superando di un successo i Chicago Bulls 1995-1996 (72-10) e si presentarono alle Finals da favoriti, forti anche della presenza dell’MVP Stephen Curry e dell’incredibile rimonta con gli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant e Russell Westbrook in Finale di Conference (da 3-1 per OKC a 4-3 per i Warriors).
Le prime quattro gare sembrarono confermare le impressioni generali, con Golden State capace di portarsi sul 3-1 contro i Cleveland Cavaliers, già sconfitti 4-2 l’anno precedente. Scommettere contro LeBron, però, si rivela spesso e volentieri un errore da non commettere e la rimonta passata alla storia lo certifica.
James chiuse le Finals con 29.7 punti, 11.3 rimbalzi, 8.9 assist, 2.6 palle rubate e 2.3 stoppate col 49% dal campo e il 37% da dietro l’arco, trascinando i suoi Cavs a una rimonta priva di ogni logica e mantenendo fede alla promessa fatta ai tifosi di Cavaliers qualche anno prima, quando lasciò la franchigia dell’Ohio per approdare ai Miami Heat.
“Quando andammo sotto nella serie per 3-1 con Golden State nel 2016, LeBron ci inviò un messaggio che recitava: ‘Sentite, so che stiamo perdendo 3-1, ma se non credete nella possibilità di vincere questa serie non salite sull’aereo per Oakland.”, ha dichiarato Tristan Thompson, che ha rivelato un curioso aneddoto su LeBron James e su come quest’ultimo spronò i suoi compagni a realizzare un’impresa incredibile, poi effettivamente verificatasi.
A proposito di imprese, a quasi 36 anni LBJ non intende fermarsi e punta con decisione al suo quarto titolo, che gli permetterebbe di eguagliare, tra i tanti, Shaquille O’Neal, Robert Parish, Horace Grant, Manu Ginobili e Tony Parker al settimo posto all-time tra i giocatori con più anelli al dito. Oltre a ciò, James vuole fortemente permettere ai Lakers di raggiungere i Celtics in vetta alla classifica delle squadre con più titoli vinti.
Dopo le prime quattro gare contro i suoi ex Miami Heat, LeBron sta viaggiando a medie di 27.8 punti, 11 rimbalzi e 8.5 assist col 54% al tiro e il 36% dalla lunga distanza, cifre molto simili a quelle fatte registrare nelle Finals 2016 vinte per 4-3 dai Cleveland Cavaliers contro i Golden State Warriors.