Una di fronte all’altra rispettivamente la prima e l’ultima della classe per quanto riguarda la Western conference. I Memphis Grizzlies ottavi, avevano scioccato in Gara 1 i più quotati Utah Jazz privi della propria punta di diamante Donovan Mitchell, andando a strappare una meritata vittoria. I Jazz hanno poi infilato 2 vittorie consecutive, riprendendo il controllo della serie, Gara 4 è sempre decisiva, sia per chi si trova in vantaggio, sia per coloro che inseguono. vediamo come è andata.

Un primo tempo equilibrato.

Il primo tempo è molto equilibrato, il punteggio è 59-54 in favore dei Jazz che chiudono con un parziale di 10-1 gli ultimi 2:24, sancendo il vantaggio di misura. per i Grizzlies è impresa ardua contenere l’attacco sul pick-and-roll dei mormoni, che trovano sempre una soluzione. Fanno la differenza i punti dalla panchina, 28-11 in favore dei Jazz che dominano con la Second Unit, guidata dal solito Jordan Clarkson sugli scudi, 12 punti in 12 minuti. Non basta un Jaren Jackson jr. da 12 punti con 2 triple e il solito Ja Morant super efficiente (13 punti) agli uomini di coach Taylor Jenkins per chiudere davanti. I Grizzlies regalano troppi tiri da 3 punti non contestati, i Jazz si limitano a segnarli con il 52.6%.

I Grizzlies non mollano

Memphis apre il terzo quarto con un parziale in proprio favore di 15-6, Brooks e Morant fanno letteralmente a fette i Jazz, Jackson Jr è una presenza costante nel pitturato un suo rimbalzo offensivo seguito da una schiacciata riaccende il pubblico del FexEx forum, abbiamo una Gara 4.

Ma proprio quando l’inerzia della partita cambia, viene fuori l’inesperienza della terza squadra più giovane della NBA per età media. Dillion Brooks che gioca con 3 falli a carico già dalla fine del primo tempo, commette il quarto personale su un tiro da 3 punti di Mitchell regalandogli 3 tiri liberi, ovviamente segnati.

Memphis non molla e prova a rimanere abbarbicata alla partita, risponde però ancora Jordan Clarkson, incontenibile negli ultimi 2 minuti del terzo parziale: prima batte Morant a centro area segnando un morbidissimo floater, punisce la difesa sul possesso successivo segnando dall’angolo una tripla importantissima su assist di Ingles e ne incastra un’altra sulla sirena, chiudendo il terzo quarto con un pesantissimo 3-3 che manda i Jazz sul +13. Da sottolineare anche il contributo di Rudy Gobert che ne mette 13 nel solo terzo quarto, in risposta al buon inizio di Jackson Jr e in difesa è sostanzialmente un incubo su ogni penetrazione.

Black Out Jazz

Il quarto periodo si prospetta una passeggiata, i Jazz stanno giocando sul velluto trovando ritmo e spazio per mandare a bersaglio i tiratori, mentre i Grizzlies, che tirano con cattive percentuali da oltre l’arco, si trovano costretti a cercare fortuna a centro area, dove li aspetta la difesa o eventualmente a prendere il tiro dal mid-range, che i Jazz concedono volentieri.

La squadra di coach Jenkins però tira fuori per l’ennesima volta gli attributi e non molla la presa. i Jazz iniziano malissimo, segnano solo dalla lunetta. Dall’altra parte prende possesso della partita un insospettabile De’Anthony Melton. Segna a ripetizione, 15 dei primi 17 punti del quarto quarto dei Grizzlies portano la sua firma: Mette a segno 2 triple, una dall’angolo e una dalla punta. Tra una bomba e l’altra attacca in penetrazione chiamando l’aiuto di Gobert che si stacca da Jaren Jackson, Melton lo serve col tempo giusto e lo manda a schiacciare.

Poi si presenta in area, segna un floater dal coefficiente di difficoltà altissimo in faccia a Gobert che riesce solo a sfiorare nel tentativo di stoppata. Non è finita qui, guida una transizione a tutta velocità dopo aver conquistato il rimbalzo difensivo, attacca a testa bassa, conclude al ferro ma viene fermato da un fallo che lo manda in lunetta, fa 2-2. Si va dall’altra parte, Donovan Mitchell sbaglia un facile arresto e tiro dalla media distanza, Melton prende un altro rimbalzo in difesa e si precipita in contropiede, non l’ha passata a nessuno, si ritrova con la palla in mano, con i piedi oltre l’arco e sapete che c’è? si prende un altro tiro da 3 punti e ovviamente lo manda a bersaglio. I Memphis Grizzlies sono a -2, 106-104 il punteggio e i cardiopatici hanno cambiato canale.

Questa è la fotografia dei Grizzlies, che hanno un cuore grande come lo stato del Tennessee! l’incoscienza di una squadra giovane viene fuori in 6 minuti di follia cestistica della scelta numero 46 del draft 2018, che sta letteralmente dominando il quarto periodo.

Ci pensa Conley

Nel frattempo i Jazz non hanno segnato un canestro dal campo, ci sono 5:30 minuti sul cronometro dell’ultimo quarto e le percentuali si abbassano notevolmente, 0-9 nel quarto. Però c’è un piccoletto con il 10 sulle spalle che questi momenti li ha già vissuti, ha aspettato in silenzio il suo momento ed è deciso a vincere questa partita. Ovviamente Mike Conley segna la tripla dell’1 su 10 e ristabilisce il +5. La mette in step-back, in faccia a De’Andre Melton, come per riportarlo sulla terra e fargli capire chi è che comanda. Melton accetta la sfida e attacca ancora, si butta dentro, arresto difficile a centro area, lascia partire il tiro che è corto ma recupera lui stesso il rimbalzo e in tap-in ne mette altri 2. Esplode il pubblico di Memphis che come tutti noi, non può crederci.

A questo punto tocca ancora a Conley, che chiama Gobert per giocare il pick-and-roll e gli offre un cioccolatino a mezzo metro dal ferro, interviene Valanciunas che lo manda in lunetta per due liberi. Gobert non trema e fa 2-2.

3:50 sul cronometro, 110 a 106, si sta per decidere la partita e i giocatori decisivi, elevano il proprio livello nei momenti che contano. Ovviamente i Grizzlies cercano Morant che incoscientemente attacca subito, Conley lo aspetta e gli scippa il pallone, avrebbe la possibilità di correre rapidamente in transizione ma sceglie di rallentare il ritmo, sfruttando al massimo il cronometro. Chiama ancora una volta il numero di Gobert, sfrutta il suo blocco e lascia andare ancora un tiro da 3 punti, solo rete. E’ un gancio sulla punta del mento per Memphis che barcolla. Morant dall’altra parte stringe ancora i tempi tirando da 3 punti nei primi secondi dell’azione, non è il suo pane e sbaglia la conclusione. Indovinate chi prende il rimbalzo? E perchè proprio Mike Conley?

Sul 113-106 i Jazz ritrovano la spaziatura e il ritmo. Conley gioca ancora pick-and-roll con Gobert e gli serve un gran pocket-pass, Valanciunas rimane indietro, l’aiuto dal lato debole libera Bogdanovic che prontamente servito dal francese tira da tre punti piedi per terra con 5 metri di spazio, stranamente non va a segno. La difesa però è stata mossa, il rimbalzo lo cattura Royce O’Neal, riapre per Gobert che cerca un extra-pass. I Grizzlies totalmente disuniti perdono nuovamente Bogdanovic, la palla arriva e dalla stessa mattonella da cui aveva sbagliato in precedenza, il croato non si fa pregare segnando la tripla che ridà il vantaggio in doppia cifra ai suoi quando ci sono 2:30 sul cronometro.

Memphis con due scelte discutibili prende due tiri da 3 punti contestati, uno con Melton e uno con Brooks che non vanno a bersaglio e di fatto si consegna agli avversari. il punto esclamativo lo Mette Rudy Gobert, che schiaccia violentemente, imbeccato alla perfezione da Bogdanovic.

Si torna a Salt Lake City

E’ la resa dei Grizzlies che cedono e accettano la sconfitta, regalano 3 Match Point agli avversari che avranno il vantaggio di poterne giocare 2 su 3 in casa, protetti dalle mura amiche della Vivint Arena. Gli Utah Jazz hanno tutte le carte in regola per passare il turno e di conseguenza anche il vantaggio del pronostico. Mai dare per morti questi Memphis Grizzlies però, già capaci di vincere in trasferta e decisi a vendere cara la pelle, questa volta però sarà “Win or Go Home” ed il bagaglio di esperienza a disposizione degli uomini di coach Quin Snyder lascia ben sperare i tifosi dei Jazz. L’appuntamento è fissato quindi per Gara 5, che si giocherà nella notte tra mercoledì e giovedì alle 3:30 ora italiana.