Gara 4 è la partita decisiva di questa serie, soprattutto per i Bucks, lo abbiamo letto, scritto e pensato tutti. Aveva un valore incommensurabile vincere oggi, dal momento che andare sotto 3-1 contro questi Phoenix Suns, forti del vantaggio nel fattore campo, avrebbe significato probabilmente abbandonare le ambizioni di vittoria per la squadra di coach Budenholzer o comunque ridurre considerevolmente le chances di portare in Wisconsin il Larry O’Brien Trophy. I Bucks ottengono una vittoria sofferta e per una volta non è Giannis Antetokounmpo a dover fare gli straordinari, era impensabile che il greco mantenesse il livello espresso nelle ultime 2 uscite mettendo insieme numeri da capogiro, per lui ci sono comunque 26 punti, 14 rimbalzi e 8 assist con 11-19 al tiro.
I protagonisti
Ci pensa Khris Middleton a dominare, sfoderando una prestazione da consegnare ai posteri, per lui ci sono 40 punti che vanno oltre il concetto di decisivi, soprattutto se guardiamo la crescita nell’approccio del prodotto di Texas A&M.
Middleton, una crescita esponenziale
Vi ricordate il Middleton deleterio delle scorse stagioni? Timido e spesso sofferente nei momenti che contano? Ecco, la timidezza da cui derivava poi una sostanziale mancanza di responsabilità non può essere accostata di fianco al suo nome. Quest’anno, ieri più che mai, Middleton di fronte alla responsabilità non si nasconde dietro a un dito e vuole fare la differenza. Poi non è detto che ci riesca, ma il suo atteggiamento dimostra una volontà ferrea nella ricerca della vittoria e la consapevolezza di poter essere sempre decisivo. Il dato più interessante, fotografia della descrizione appena sviluppata, sono i 33 tiri tentati, che indipendentemente dai 15 canestri segnati sono prova di grande salute mentale e leggerezza nell’affrontare il momento più importante della stagione.
Che fenomeno Devin Booker
In più risponde prepotentemente ai 42 punti di Devin Booker criticato e bistrattato dopo la prestazione anonima da soli 10 punti di Gara 3. E’ il totale trascinatore dei suoi, l’attacco dei Suns senza Booker è pressochè inconcludente. Nel terzo quarto è stato molto evidente, 30 dei 65 punti dei Suns portavano la firma dell’ex Wildcats e nello stesso periodo, vinto per 30-24 dai Suns, il rapporto tra i punti segnati da Booker e quelli messi a referto da Milwaukee era di 18-24 in favore dei Bucks.
La difficoltà dei Suns può coincidere con la mancanza quasi totale dell’apporto del Floor-General, CP3 è stato l’ombra del giocatore decisivo visto in Arizona nelle prime due partite, il suo plus-minus nella serie è peggiorato di volta in volta fino ad un minimo statistico di -10 fatto registrare stasera e il rapporto Assist/Palle perse, indicatore fondamentale per valutare la prestazione del numero 3, è il peggiore maturato fin ora. Attenzione però a criticarlo eccessivamente, una prestazione negativa non può fissare un trand, Paul tornerà e si farà sentire, magari già a partire da Gara 5.
La differenza
In una partita in cui le squadre tirano male da fuori (24.1% Buks; 30.4% Suns) e gli attacchi sono dipendenti dai grandi solisti, la differenza la si può trovare nella così detta “spazzatura della partita”: Un rimbalzo, un tocco, un contropiede, una palla persa, una stoppata, un fallo, una fifty-fifty ball conquistata in più può essere fondamentale.
Riguardando la partita mentalmente, senza le immagini, le giocate di questo genere portano quasi tutte la firma dei Bucks, basti solo pensare all’imperiale stoppata di Giannis Antetokounmpo sul lob per DeAndre Ayton, per citare la più evidente.
Lo specchio di tutto ciò è la prestazione di Jrue Holiday. Come valutare un giocatore che difende per larghi tratti su Devin Booker che ne segna 42? Come giudicare il 4-20 al tiro? Sicuramente sta mancando il contributo offensivo dell’ex Pelicans, preferito ad Eric Bledsoe per le fenomenali doti difensive, ma anche per via delle superiori soluzioni offensive che possono essere fondamentali nell’economia di un attacco apparso macchinoso come quello dei Bucks.
Holiday decisivo nonostante le brutte percentuali
Sorprende notevolmente il +8 di plus minus di Holiday dopo una prestazione così negativa al tiro. Se però pensiamo alle giocate decisive della partita, le difficoltà offensive del numero 21 occupano un ruolo di secondo piano: Holiday con 1:40 sul cronometro, punteggio sul 99-99 pari, accoppiato con DeAndre Ayton prende un rimbalzo difensivo importantissimo, sul possesso offensivo Middleton segna il +2. Ne prende un altro di rimbalzo però, se possibile ancora più decisivo, sul 101-99 in favore di Milwaukee Holiday regala un extra possesso ai suoi catturando un rimbalzo offensivo che pesa come un macigno quando mancano 50 secondi alla sirena finale e ancora, guida il contropiede servendo l’assist più importante della partita a Middleton che regala il +4 ai suoi, 102-99 con 27″ da giocare.
Successivamente Booker sbaglia un lay-up tutto sommato facile per le sue straordinarie capacità, il rimbalzo lo prendono i Bucks che non tremano dalla lunetta e portano a casa la partita più importante della serie per il momento.
Pivotal Game in arrivo
Da ora in poi si entra nel vivo, storicamente dalla Gara 5 in poi la palla pesa il doppio e solo i grandissimi sono capaci di sopravvivere a questo livello. Sarà sicuramente interessante vedere come i Bucks affronteranno nella notte tra sabato e domenica, una partita di un’importanza fondamentale per loro, sanno che per avere la meglio in questa serie dovranno vincere in casa dei Suns e farlo in un’eventuale Gara 7 potrebbe essere un’impresa esageratamente ardua.
La prossima potrebbe essere la vera e propria opportunità per Giannis e compagni che si augurano sicuramente una leggera flessione mentale da parte dei Suns per via della bruciante sconfitta appena subita. Dall’altra parte invece, bisogna svuotare la mente in fretta, lasciare nel Wisconsin il peso di due opportunità sprecate e presentarsi in campo di fronte ai tifosi amici con un’aggressività maggiore. Sabato inizierà una mini serie al meglio dei 3, e il meglio deve ancora venire, buon basket.